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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
luciolepri Inserito il - 06/03/2011 : 00:13:35
Lavoro da qualche anno come regista e sceneggiatore; refrattario alla SIAE, ho sempre evitato di proteggere i miei lavori, sino a quando ho scoperto questo servizio: http://www.costozero.org/wai/u2.html
Non so quanto effettivamente possa servire, magari qualcuno ha informazioni maggiori in questo senso.
Un'altra cosa che faccio è spedirmi le sceneggiature tramite posta certificata, ma mi è stato detto che in un tribunale difficilmente potrebbe servire.
Qualcuno conosce ulteriori alternative al deposito SIAE?
7   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Ciak Inserito il - 10/02/2012 : 11:06:29
A mio avviso una volta contrattualizzato il diritto d'opzione è lo stesso autore a garantire e di conseguenza a prendersi la legittimità sulla proprietà dei diritti.
Per intenderci in caso di plagio lo stesso produttore potrebbe procedere in sede di giudizio come parte lesa.
nonnino Inserito il - 08/02/2012 : 17:19:27
Ciak ha scritto:
Ma proprio questo mi fa riflettere.
Io non sono un autore letterario, non so scrivere, e dunque perché mai dovrei fare riscrivere una sceneggiatura?
Se tu fossi uno conosciuto (o anche solo bravo) e ti facessi uno scherzo del genere, in seguito non solo non mi proporresti piu' nulla ma la voce circolerebbe e io come produttore sarei finito.
Per questo penso fino a che si ha a che fare con professionisti il rischio è ridotto poiché se uno fosse un delinquente rimane tale anche come megaproduttore, super executive con affidabilità bancarie a triplaA..


Non penso avvenga... E comunque hai pienamente ragione. Rovinarsi per un plagio, quando ci sono in giro tantissime sceneggiature e molte con idee originalissime, sarebbe proprio da scemi
Ciak Inserito il - 08/02/2012 : 16:00:33
In realtà la mia attività produttiva si svolge a Milano. ;)
In futuro è possibile che inoltrerò un progetto interessante. A momento debito, se avrà sviluppo, verrà esposto.

Ritornando in argomento.
I contratti riempiono circa un faldone a progetto, nei miei casi è determinato dal fatto che ci sono piu' soggetti in gioco, l'opzione sui diritti è sono solo uno dei tanti...

Ho letto diverse sceneggiature nella vita e sinceramente in nessuno ho mai trovato una situazione tale per la quale non fosse plagiabile... Basta cambiare i personaggi, tempi, Location e qualunque bravo sceneggiatore ci mette meno di tre secondi a modificarlo; questo vale a Hollywood, l'esempio riportato è esaustivo, come in italia.
Ma proprio questo mi fa riflettere.
Io non sono un autore letterario, non so scrivere, e dunque perché mai dovrei fare riscrivere una sceneggiatura?
Se tu fossi uno conosciuto (o anche solo bravo) e ti facessi uno scherzo del genere, in seguito non solo non mi proporresti piu' nulla ma la voce circolerebbe e io come produttore sarei finito.
Per questo penso fino a che si ha a che fare con professionisti il rischio è ridotto poiché se uno fosse un delinquente rimane tale anche come megaproduttore, super executive con affidabilità bancarie a triplaA..
nonnino Inserito il - 08/02/2012 : 15:03:18


Ah si, hai ragione, ne avevamo parlato via skype. Pardon.

Comunque, ciak, resta un grosso problema lo stesso.
massimo.vavassori Inserito il - 08/02/2012 : 14:44:41
nonnino ha scritto:
Come se non bastasse, poi, credo che l'utente massimo vavassori, in un altro post (non so se su questo forum) abbia già spiegato come anche a Hollywood basta cambiare qualche parola del testo e nessuno può dirti nulla.

Mai scritto nulla del genere, sarebbe una follia totale il solo pensarlo. Forse una volta parlandone in skype ti avevo menzionato come in termini di macrostrutture, ci sono metodi didattici e teorie narrative che tendono a ricondurre storyarc diversi allo stesso identico sviluppo archetipo (Per esempio questo sito ne è un fortissimo sostenitore http://www.clickok.co.uk/index4.html).
In questo senso, con grandissime approssimazioni, si potrebbero prendere delle sinossi scritte ad Hoc, cambiare alcuni dettagli e avere la sensazione che un film sia la copia planare dell'altro. A mio avviso è pressoché impossibile però parlarne in termini di plagio, se non appunto in termini del tutto superficiali.


nonnino Inserito il - 08/02/2012 : 13:19:05
Ciak ha scritto:

Approfitto per presentarmi.
Sono un produttore indipendente consapevole delle difficoltà, del periodo e delle insidie che viviamo ogni giorno.
Il tutto è sommato ai pochi soldi a disposizione e avete un quadro completo della situazione.
Rientreremo sicuramente in argomento, nel contempo vorrei approfondire e rispondere al post di Lucio che non ha avuto soddisfazione su una domanda così' importante.:
La risposta è evidentemente “SI”.
Esistono vari modi per tutelare l’opera meno onerose della Siae.
Già quella accennata della marca temporale emessa da un ente certificato, come il pec, ma con l’accortezza di aggiungere la propria firma digitale.
A prescindere quale sia meglio o quale ci tutela di piu'; la vera domanda a mio avviso è un altra:
Siae, Pec, o Sarl (organo francese di tutela per dirne un'altra) siamo veramente tutelati in caso di plagio?
Se capitasse che succederà? cosa dovro’ fare? quanto mi costerà? Sarò legittimato? e infine: cosa ne ricavero’?
E quì si apre un mondo…


ciao Ciak,
sono stato proprio ieri al tuo paese per un brindisi con un buon bicchiere di Spanna. Tienimi aggiornato se li da voi si fa qualcosa di cinematografico che partecipo volentieri.
La questione che poni è enorme e c'è solo da sperare che non succeda, perchè tra cavilli legali e parcelle di avvocati, ti mangi fuori capra e verze.
pare addirittura - per sentito dire - che puoi copiare il 30% del lavoro di un altro senza per questo ledere il diritto d'autore. Come se non bastasse, poi, credo che l'utente massimo vavassori, in un altro post (non so se su questo forum) abbia già spiegato come anche a Hollywood basta cambiare qualche parola del testo e nessuno può dirti nulla.
Siccome sei un produttore, prepara bene i contratti che farai firmare ai tuoi clienti, prevedendo di tutto e di più così ti metti le spalle al muro. Avendo poi avvocati in casa, che lavorano anche nel campo "cinematografico", mi spiegavano che un contratto con produttori americani occupa un intero faldone, dove anche le stupidaggini o presunte tali, vengono scritte e sottoscritte e sembrano importanti. La loro trasgressione, infatti, comporta la risoluzione contrattuale o penalità mica da ridere. Insomma, la SIAE se non altro è istituzionale, per il resto affidiamoci all'onestà.
Ciak Inserito il - 08/02/2012 : 10:33:19
Approfitto per presentarmi.
Sono un produttore indipendente consapevole delle difficoltà, del periodo e delle insidie che viviamo ogni giorno.
Il tutto è sommato ai pochi soldi a disposizione e avete un quadro completo della situazione.
Rientreremo sicuramente in argomento, nel contempo vorrei approfondire e rispondere al post di Lucio che non ha avuto soddisfazione su una domanda così' importante.:
La risposta è evidentemente “SI”.
Esistono vari modi per tutelare l’opera meno onerose della Siae.
Già quella accennata della marca temporale emessa da un ente certificato, come il pec, ma con l’accortezza di aggiungere la propria firma digitale.
A prescindere quale sia meglio o quale ci tutela di piu'; la vera domanda a mio avviso è un altra:
Siae, Pec, o Sarl (organo francese di tutela per dirne un'altra) siamo veramente tutelati in caso di plagio?
Se capitasse che succederà? cosa dovro’ fare? quanto mi costerà? Sarò legittimato? e infine: cosa ne ricavero’?
E quì si apre un mondo…

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